1a Guerra mondiale

28 luglio 1914 – Inizia la 1^ Guerra Mondiale

28 LUGLIO 1914 INIZIA LA PRIMA GUERRA MONDIALE

LA SCINTILLA DELL’INCENDIO SPAVENTOSO

Illustrazione di A. Beltrame

SARAJEVO 28 giugno 1914

L’arciduca Francesco Ferdinando, principe ereditario d’Austria, e la consorte duchessa Sofia  di Hoemberg, dopo essere sfuggiti a un primo attentato mentre si recavano al Municipio per il ricevimento delle  autorità,, al ritorno del ricevimento stesso,  rimasero vittima di un secondo attentato, per opera dello studente Graveo Princip, di 19 anni, nato a Grahoro nel distretto di Livno.

L’Arciduca colpito alla gola e la Duchessa all’addome dai proiettili di una Browing, furono trasportati immediatamente al Konak ove spirarono quasi subito.

Nel primo attentato, eseguito a mezzo di una bomba, che l’Arciduca respinse col braccio, si ebbero vari feriti.

VIENNA 29 giugno 1914

Si delinea immediatamente nelle sfere ufficiali, e in generale nell’ambiente austriaco, la tendenza di considerare il tragico attentato come una conseguenza di una lunga preparazione di elemento serbo che considera l’Austria come straniera nella Bosnia e aspira a tornare sotto il dominio della madre patria.

L’imperatore d’Austria, recatosi per ragioni di salute  a Ischl, ne riparte immediatamente per Vienna.

Le prime indagini sul delitto, secondo le notizie di fonte austriaca, tendono ad accertare l’esistenza di un vasto complotto ordito a Belgrado da fuoriusciti bosniaci. A Zagrabia e in Bosnia si hanno manifestazioni in vario senso. A Sarajevo è proclamato lo stato d’assedio. La situazione della città è gravissima. Si attua la legge marziale. La  Corte di Vienna riceve condoglianze ufficiali da ogni parte del mondo. Princip, l’autore dell’attentato, risponde al giudice istruttore di aver ucciso l’Arciduca perché vedeva in lui un rappresentante dell’imperialismo.

SARAJEVO,  30 giugno 1914

Le salme degli uccisi arciduchi sono dirette a Mttkovic per essere imbarcate per Trieste.

VIENNA, 20 giugno 1914

L’imperatore Francesco Giuseppe, giunge a Vienna, a s’incontra col nuovo principe ereditario Carlo Francesco Giuseppe.

BELGRADO 30 giugno 1914

Il Governo Serbo, a mezzo del Ministro Paskon, invia calorose condoglianze al conte Bercthold, ministro degli affari esteri Austro-Ungarico. Il Presidente della Scuptina, con un dispaccio al Presidente del Governo di Vienna e di Budapest, si associa a tale manifestazione. La stampa ufficiale serba condanna il delitto di Sarajevo e lo definisce opera di un incosciente. A Sarajevo si eseguono molti arresti per complicità sull’assassinio. Si hanno notizie di gravissimi disordini a Zagabria e a Mostar capitale dell’Erzegovina.

I PRIMI SINTOMI DELLA GRANDE CONFLAGRAZIONE

TRIESTE, 1 luglio 1914

Grandi preparazioni per lo sbarco delle salme dell’Arciduca e della consorte.

VIENNA, 1 luglio 1914

Dimostrazioni contro la Serbia a Vienna da parte degli studenti, a Sarajevo dalla popolazione cattolica e musulmana.

Conferenza al Ministero degli Esteri a Vienna, nella quale si decide un passo verso il Governo serbo, affinchè  l’inchiesta della Bosnia contro gli autori dell’attentato, venga continuata in Serbia ritenuta il focolare della Congiura. Una parte della stampa tedesca consiglia prudenza nelle accuse contro la Serbia. Alcuni giornali di Parigi, presentano i primi cenni di pericolo, e dichiarano inevitabile un grave inasprimento tra Austria e Serbia. Alcuni diplomatici  serbi a Vienna sono minacciati di morte.

Princip, lo studente assassino, si professa anarchico e si dichiara soddisfatto della strage commessa.

VIENNA, 2 luglio 1914

Sbarcate a Trieste, le salme degli uccisi principi giungono a Vienna con treno speciale. Dopo il ricevimento alla stazione, con relative funzioni religiose, partono, traversando  una immensa folla, per il castello reale. In udienza  al conte Bertchold, l’Imperatore è informato dei risultati dell’inchiesta di Sarajevo e della opportunità di un passo a Belgrado.

VIENNA, 3 luglio1914

Secondo una confessione di Kaprinovic, complice del Princip nell’assassinio degli arciduchi ereditari, si comincia a delineare la vastità del complotto. L’inchiesta ufficiale continua. Le dimostrazioni antiserbe, e anche antirusse, si accentuano. Volente repressioni della polizia.

VIENNA, 6 luglio 1914

Si trasportano i feretri del arciduchi a Gross Paechlarn, luogo dell’inumazione con solenni funerali.

E’ commentata l’assenza dell’Imperatore Guglielmo che aveva promesso di assistervi. L’imperatore Francesco Giuseppe dirige un ordine del giorno all’esercito, alla flotta e a varie personalità dell’Impero, relativi all’eccidio. Nel primo documento dichiara di riconoscere nella forza armata “il più sincero baluardo della Monarchia”, nei secondi promette di persistere fino all’ultimo respiro per il bene dei suoi popoli.

BERLINO, 6 luglio 1914

Si segnalano le proteste serbe contro le insinuazioni austriache. La Serbia declina ogni responsabilità nel delitto di Sarajevo. Si annuncia che il Governo austriaco si prepara un memorandum tendente, al contrario,  a provare la complicità del Governo serbo. Sono i podromi della tragedia internazionale.

PARIGI, 6 luglio 1914

Da fonte ungherese si annuncia un concentramento di 350.000 uomini in Bosnia Erzegovina. Sono della stessa origine le notizie le quali affermano come le resultanze dell’istruttoria sul delitto di Sarajevo conducano a Belgrado.

VIENNA, 8 luglio 1914

L’imperatore ritorna a Bad Ischl. Si accentuano i malumori. In Serbia si parla di boicottaggio dei prodotti austriaci.

BUDAPEST, 9 luglio 1914

Alla Camera dei deputati. Tissa dichiara avere l’istruttoria giudiziaria sul delitto di Sarajevo constatato trattasi di opera di malfattori. Conclude con dichiarazioni pacifiste. La “Newe Freie Presse” preannuncia il passo diplomatico che si sta per fare a Belgrado. L’atteggiamento della stampa serba si dimostra violenta e ostile all’Austria. La stampa austriaca risponde sullo stesso tono. La situazione si aggrava di ora in ora.

VIENNA, 19 luglio 1914

L’inasprimento in Austria della campagna antiserba è sempre maggiormente accentuato. Secondo notizie giunte al Corriere della Sera, il Gabinetto fa assegnamento, in caso di conflitto colla Serbia, sulle alleate.

VIENNA, 23 luglio 1914

Il Governo Austro-Ungarico presente una nota in forma di ultimatum al Governo Derbo, nella quale dichiara che sulla Serbia peserebbero gravi responsabilità sull’assassinio di Sarajevo: denunzia la presunta  correità di ufficiali nell’assassinio e ne domanda la punizione. Richiede che sia concessa all’Austria di prendere parte dell’inchiesta aperta per scoprire i complici di Princip, la soppressione di ogni pubblicazione antiaustriaca, l’abolizione dell’insegnamento di tutto quanto può cooperare alla propaganda panserba: la pubblicazione di un ordine del giorno firmato dal Re, contro il movimento panserbista.

BELGRADO, 25 luglio 1914

La Serbia risponde negativamente a una parte delle richieste austriache. Immediata rottura dei rapporti diplomatici. Mobilitazione dei due eserciti. Il governo serbo abbandona Belgrado indifendibile e trasporta la sede a  Uskub.

PIETROBURGO 26 luglio 1914

Nota della Russia all’Austria, il cui si fa comprendere l’intervento a favore della Serbia. A sua volta il Gabinetto di Berlino fa chiaramente capire la sua intenzione di opporsi a qualsiasi intervento..

Incomincia il lavoro diplomatico. Si fanno sforzi da molte parti per allontanare l’immane conflitto. Mentre di tenta di comporre un arbitrato, le operazioni di guerra hanno il loro principio. Un forte è distrutto sul Danubio, e sono segnalate scaramucce ai confini.

VIENNA, 28 luglio 1914

Notificazione di guerra del Governo austro-ungarico alla Serbia. Manifesto dell’Imperatore Guglielmo ai suoi popoli, nel quale si addossano alla Serbia tutte le responsabilità dell’imminente conflitto. Armamenti febbrili da parte di tutti i governi. Gli eserciti sono mobilizzati e le flotte concentrate. L’accensione della mina è prossima.

VIENNA, 29 luglio 2014

Entrata in campagna dell’esercito austriaco. Il confine bosniaco al sud verso il Montenegro è forzato. Passaggio del Danubio, occupazione di Loznica e bombardamento di Belgado. Le prime bande serbe entrano in Bosnia proponendosi la sollevazione della popolazione slava. Concentrazione dell’esercito regolare a Nosc, ove si stabilisce il quartiere generale. Mobilitazione russa dei corpi di Kiew, Odessa, Kazan e Mosca. Il forte tra Semlino e Belgrado, traversante in Sava, è fatto saltare dai serbi. La fanteria e la artiglieria austriaca aprono il fuoco.

BERLINO, 30 luglio 1914

Mentre il Governo Britannico continua gli sforzi per evitare il conflitto, la Germania chiede spiegazioni alla Russia, circa la parziale sua mobilitazione. Tutti gli stati si apprestano a fronteggiare la situazione che si fa più grave di ora in ora.

BERLINO, 31 luglio 1914

Proclamazione in  Germania dello stato d’assedio, ritenendosi insufficienti le spiegazioni del governo russo. Prosegue la mobilitazione dell’esercito e della marina russa. Discorso dell’Imperatore Guglielmo a Berlino. Sue parole alla folla dal Balcone del palazzo reale. Intimazione della Germania alla Russia di sospendere i preparativi militari, e domanda alla Francia di conoscere il suo atteggiamento nell’eventuale conflitto russo-tedesco. Termine perentorio per la risposta dodici ore.

LONDRA, 31 luglio 1914

La prima flotta inglese parte da Portland, per ignota destinazione. Proseguono i tentativi diplomatici per arrestare il movimento di guerra sull’inizio.

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