Associazione Nazionale Combattenti e Reduci - Sezione di Casamassima

62^ DIVISIONE MARMARICA – Vitoronzo Pastore

62^ DIVISIONE MARMARICA

DEDICATO A TUTTI COLORO CHE VI FURONO INQUADRATI – AI LORO FIGLI E PARENTI – AI SIMPATIZZANTI  E A MIO PADRE

Origini e successione storica della “MARMARICA”

Trae origini dalla Brigata “Treviso” costituita nel marzo 1915 ed ebbe alle sue dipendenze il 115° e il 116° Reggimento Fanteria, fu sciolta l’11 novembre 1917.

Il 9 maggio del 1937 si formò la Divisione di Fanteria Marmarica (62^), inquadrò il  115° –  il 116° Reggimento Fanteria Treviso ed il 44° Reggimento di Artiglieria.

Il 10 giugno 1940 la Divisione fu alle dipendenze della 10a Armata dislocato nella zona di Bardia. Dal 14 di giugno al 23 luglio venne impiegata, con esiti alterni, in combattimenti nell’area della Ridotta Capuzzo. Il 9 settembre, colonne della Divisione entrarono in territorio egiziano e, spingendosi verso sud-est, ebbe l’incarico della protezione del fianco destro dell’intero dispositivo in avanzata verso Sidi el Barrani. La sera del 13 settembre raggiunse il quadrivio nord di Gabr Bu Fares (Egitto). In ottobre si attesta nella zona arretrata del settore di Sollum. L’11 dicembre venne attaccata nel settore di Sollum, e lo stesso giorno, sotto la spinta di violenti attacchi nemici, la Divisione Marmarica cominciò il ripiegamento su Bardia dove, il 16 concorse all’organizzazione difensiva della piazzaforte attivando i capisaldi di Zauia, Bir Regima e Garridia. Il 5 gennaio la Divisione venne sopraffatta e cessò ogni attività. Fu considerata sciolta il 5 gennaio 1941 per fatti bellici.

La 62^ Divisione Fanteria “Marmarica” nel 1940 era composta dal:

  • Comando divisionale
  • 115º Reggimento Fanteria “Treviso”
    • Compagnia comando reggimentale
    • I Battaglione Fanteria
    • II Battaglione Fanteria
    • III Battaglione Fanteria
    • Compagnia mortai (6 mortai da 81 mm)
    • Batteria armi di accompagnamento (4 cannoni 65/17)
  • 116º Reggimento fanteria “Treviso”
    • stessa organizzazione del 115º
  • 44º Reggimento artiglieria “Marmarica”
    • Reparto comando
    • I Gruppo da 100/17 (12 obici 100/17)
    • II Gruppo da 75/27 (12 cannoni da 75/27)
    • III Gruppo da 75/27 (12 cannoni da 75/27)
    • 62ª Batteria contraerei (8 mitragliere da 20 mm)
    • 262ª Batteria contraerei (8 mitragliere da 20 mm)
  • LXII Battaglione misto genio
  • LXII Battaglione mitraglieri
  • LXII Battaglione complementi
  • LXII Battaglione carri L (46 carri L3/35)
  • 62ª Compagnia motociclisti
  • 62ª Compagnia cannoni controcarri (cannoni 47/32)

 

Comandanti (1937-1941)

Gen. D. Angelo ROSSI

Gen. B. Armando PESCATORI

Gen. D. Francesco LAVIANO

Gen. D. Ruggero TRACCHIA

Cartolina illustrata di Derna: Baraccamento Militare, affrancata con c. 15 della serie pittorica della Libia, inoltrata il 24.8.23 per Pavia

Cartolina geografica dell’epoca

Franchigia a cura dell’Ufficio Propaganda Regio Esercito

Prigionieri italiani lasciano Bardia, in cammino verso i Campi di Concentramento inglesi dislocati in Egitto

Prigionieri italiani attraversano il deserto per l’internamento in Egitto

Distribuzione del rancio in un Campo di concentramento egiziano

Fronte e retro di piastrina metallica di Prigioniero di Guerra del Campo di concentramento di Geneifa (Egitto), catturato a Bardia il 3.1.41, matricola n°193256, dimensione diametro mm o,8

 

Michele PASTORE nato il 4 gennaio 1917 a Cerignola (FG), di professione contadino, matricola 2193 del Distretto Militare di Foggia. Il 16 febbraio 1939 si presentò al D. M. di Bari  per chiamata alle armi, fu inquadrato nel 115° Reggimento Fanteria “Marmarica” e inviato al 13° Fanteria per la vestizione.

Foto di papà, data presunta febbraio 1939

Il 27 febbraio 1939 si imbarcò a Napoli per Derna (Libia), fu inquadrato nel 115° Reggimento Fanteria e  aggregato al Deposito Settoriale per il 30° Settore di Copertura di Bardia.

Cartolina del 115° Reggimento Fanteria Motorizzato “Treviso” – “VELOCI PER OSAR OGNI ARDIMENTO”              

Tra i suoi ricordi questa foto (cm 17,8×8,02), al retro manoscritto: ricordo del 10 ottobre. Festa del Reggimento. Derna 10.10.39. (presumo la festa del 115° Reggimento Fanteria “Marmarica”)

Papà non parlava volentieri del servizio militare e della guerra, ricordava con tristezza sofferenze e privazioni. Il rancio era pessimo, “avevo sempre fame”, diceva, per sopperire il “vuoto dello stomaco” con suoi amici organizzavano “ladrimenti di cibo”. Diceva: cè iè brut la fam’, fasc fà cos cà nàn vùeè,(com’è brutta la fame, fa fare cose che non vuoi).

Del periodo della naia era orgoglioso di una sola cosa, suonava il tamburo nella fanfara del Reggimento.

Il giorno dopo del suo compleanno, la mattina del 5 gennaio 1941 furono svegliati di buon ora, durante l’adunata un capitano parlò loro che ormai la guerra era perduta, dovevano arrendersi consegnando le armi agli inglesi. Diceva che fece in tempo di insaccare le proprie cose nello zaino, riempire la borraccia d’acqua, risuonò l’adunata, poco dopo entrarono nell’accampamento una  jeep e motocarri, subito dopo tanti inglesi. Uno alla volta passando davanti al motocarro  lasciavano cadere per terra le armi.  Papà raccontava che dopo due ore immobili sotto il sole cocente si incamminarono scortati da soldati inglesi a destra e a sinistra, per giorni.

Durante i suoi racconti, per diverse volte la sua voce diveniva rauca e sottile, gli luccicavano gli occhi, era il momento che non voleva essere disturbato.

Cartolina paesaggistica di Bardia, panorama del Porto, affrancata con francobollo c. 20 della serie “Sibilia Libica”, dentellatura 11 lineare, inoltrata l’11.7.31 da Porto Bardia per Bengasi.

Parlava  del Sud-Africa, dove era stato in campo di prigionia, dopo mesi fu imbarcato su una nave, diretta in Inghilterra.

Non menzionava il campo del Sud-Africa, raccontava minuziosamente e a volte con orgoglio la sua vita da prigioniero in Inghilterra.

Arrivato in Inghilterra, dopo circa un mese  gli chiesero quale era la sua professione da civile,  con altri cinque furono inviati a lavorare presso una fattoria dove  dominava una mandria di bestiame. Lavoravano d’alba al tramonto ritornavano al campo, fu così per un paio di mesi circa. Un dì, per interessamento di un “Lord” rimase alla fattoria anche di notte, ritornando al campo il sabato sera e successivamente era raro il suo ritorno.

Ripeteva che aveva avuto fortuna, vita dura a badare agli animali: mucche, cavalli, finalmente non aveva più lo stomaco vuoto, conigli, polli, uova, diceva di aver trovato un paradiso.

Col trascorrere del tempo i rapporti con i braccianti inglesi diventò di reciproco rispetto, era considerato un esperto nel settore bovino ed equino;

Il “Lord”, proprietario dell’intera tenuta, gli affidò la responsabilità di due capannoni di venticinque vacche ciascuna, diceva che era il suo più bello periodo di sette anni trascorsi, per servizio militare, guerra e prigionia.

E le donne?, gli chiesi. Raccontò che filava con una domestica inglese, a volte dormivano insieme, diceva che lei progettava il loro futuro e finito la guerra…,  lui pur di ottenere calore  e tenerezza  accondiscendeva  in tutto.

Ormai la guerra era finita da un pezzo e trapelava il rilascio, il ritorno in Patria, l’abbraccio dei genitori, (non fecero mai sapere che il nonno era morto nel 1941), fratelli, sorelle, amici, non vedeva l’ora di abbracciarli.

Arrivò il momento dei saluti  col vero intento di ritornarci, salutò tutti, la sua “amorosa”,  piansero tutti, pianse papà, il “Lord” gli infilò in tasca della cartamoneta dicendogli: ti aspettiamo.

Veri “Gentelman” gli inglesi, ma non lo furono poco prima dell’imbarco. Si sparse la voce che prima dell’imbarco i rimpatriati venivano sottoposti a perquisizione, spogliati nudi, sequestravano tutto quello che non era  permesso; papà pensò al denaro, tra l’altro donato e guadagnato. Gli fu suggerito di  arrotolare i pezzi di grosso taglio e infilarlo nel retto, così fece, ma fu invano, perquisito anche lì, gli tolsero tutto, ma fu contento lo stesso, portava a casa la vita.

 

Foto ricordo nel campo di prigionia, alle loro spalle la baracca dormitorio, al retro manoscritto il 25.7.45

 Rimpatriò il 5 marzo 1946 e dopo licenza di rimpatrio venne congedato il 4.5.46.

Il 15.12.71 gli venne conferita la Croce al Merito di Guerra.

Ricordo della prigionia: punto stuoia su fazzoletto militare del 29.7.1944

 

Unica corrispondenza. Immaginate la mia gioia e lacrime averla trovata su una bancarella di un mercatino milanese; era l’autunno del 2008, seppi il suo numero di matricola da prigioniero: 1947(8)25, difficile interpretazione per scrittura evanescente, a tratti illeggibile; papà non c’era più da 9 anni. La scrisse il 25 luglio 1945:

Miei cari genitori,

vengo a scrivere questa mia lettera per assicurarvi l’ottimo mio stato di salute, spero che sia così per voi tutti in famiglia. Miei cari, la guerra è finita da tempo, la mia, per anni, figlio di madre sfortunata, non si parla di rientro. Alcuni sono stati rimpatriati dal qualche mese, i rimasti siamo tutti scontenti; siamo in attesa e non si può dire né tra mesi e neanche fra settimane, niente di niente. Noi speriamo nel buon Gesù che arrivi all’improvviso e quanto prima quel santo giorno. Non altro, saluti e baci a tutti, fratelli, sorelle, zii, zie, nipotini, saluti a tutti coloro che chiedono di me; vostro amato figlio Michele.

 

Il Campo n° 85 era dislocato a Victoria Camp (nome del Campo)  – Brandon Road (località) – Mildenhall (città vicina – Sufflok (Regione)

1 – Ipswich,  – 2 Sufflok Coastel, – 3 Wavenev, – 4 – Mid Sufflok, 5 – Babergh, 6 – St. Edmundsbury, 7 – Forest Heath

       

Franchigia manoscritta da Antonio LATORRE, geniere del 62° Battaglione Genio – 5^ Compagnia della Divisione Marmarica, inoltrata il 14.11.1940 dall’Ufficio P. M. 262 dislocato a Bir Uaar (oltre Ridotta Capuzzo, in Egitto), per Cassano delle Murge (Bari)

Fronte e retro di busta  del 116° Reggimento Fanteria Motorizzato con lettera, affrancata con lire 1 (c. 50 p.a. e c. 50 della serie Imperiale), manoscritta da Leone VACI, inoltrata il 20.8.40 dall’Ufficio P. M. 262 dislocato a  Porto Bardia, per  Spiazzi (Verona). Fascetta di censura, timbro della Commissione di Censura della Posta Militare e  tondino (16), numero del censore

Franchigia manoscritta da Rocco TRENTADUE, G. F. del XXX Settore Capo Saldo Bir Regina, inoltrata il 13.10.40 dall’Ufficio P. M. 262 dislocato a Porto Bardia, per Bari

Fronte e retro di busta con lettera,affrancata con c. 50 “Imperiale”, manoscritta (indecifrabile) inquadrato nel 115° Reggimento Fanteria, inoltrata il 22.11.40 dall’Ufficio P. M. 262 dislocato a Bir Uaar (oltre Ridotta Capuzzo, in Egitto). per Roma. Timbro rettangolare di prelevamento per censura, fascetta di censura, timbro della Commissione di Censura della Posta Militare e  tondino (2), numero del censore

Fronte e retro di Scheda di Cattura di Francesco MIRIZZI-O, nato l’11.3.1918 ad Altamura (BA), era inquadrato nel 115° Reggimento Fanteria – 9^ Compagnia – 3° Battaglione. Venne catturato il 3 gennaio 1941 a Bardia e internato al Campo di Concentramento di Geneifa in Egitto col n° di matricola 188889

Fonte: Origini e successione storica della “Marmarica”,  del Dr. Vito Zita, dal sito Regio Esercito – Divisione Marmarica, da Wikipedia, l’enciclopedia libera, dal libro “Dietro il filo spinato” di Vitoronzo Pastore, dalla Rivista Sociale dell’Associazione Nazionale Collezionisti della Posta Militare, da Edizioni Studio Filatelico Nico – Trapani – “La Posta Militare Italiana 1939-1945 di Giuseppe Marchese, dal volume Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico – “La Posta Militare Italiana nella Seconda Guerra Mondiale” di B. Cadioli – A. Cecchi, dall’Achivio di Stato di Bari e dal mio archivio privato di oltre 10.000 corrispondenze dal Fronte libico e corrispondenze dai campi di prigionia egiziani, indiani, sud-africani, australiani e inglesi. Immagini archivio privato di Vitoronzo Pastore.

 

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