Rassegna Stampa

CASAMASSIMA – LA COSTITUZIONE ITALIANA E LA PIAGA DELLA BUROCRAZIA – Vitoronzo Pastore

LA COSTITUZIONE ITALIANA E LA PIAGA DELLA BUROCRAZIA

Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della Pace.

[dall’Atto Costitutivo dell’UNESCO- Londra 16 novembre 1945]

Poiché la mente degli uomini è condizionata dalla società in cui vive e si predispone alla corruzione, è nella mente e nell’animo degli uomini che deve essere costruita l’onestà, con giuste opere di convincimento.

La nascita della Repubblica Italiana avvenne a seguito dei risultati del referendum istituzionale di domenica 2 e lunedì 3 giugno 1946,  indetto per determinare la forma di stato da dare all’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e di cui  decine di migliaia di esseri umani persero la vita per la lotta al nazifascismo.

Per la prima volta in una consultazione politica nazionale italiana votarono anche le donne.

Il 2 giugno 1946, insieme con la scelta sulla forma dello Stato, i cittadini italiani elessero anche i componenti dell’Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale.

…La Costituzione fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il  27 dicembre seguente, fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298,  edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Consta di 139 articoli (anche se sono stati abrogati gli articoli 115, 124, 128, 129, 130) e di 18 disposizioni transitorie e finali.

Vorrei citare l’Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Il richiamo popolare ai diritti ed ai doveri è fondamentale per orientarsi nel rispetto degli esseri umani, del lavoro e dell’autoconvincimento democratico sulle regole da onorare.

La dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti umani della persona adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 219077A.

La dichiarazione dei diritti umani è riveniente da una elaborazione di tutte le COSTITUZIONI in quel momento in vigore. Votarono a favore 48 membri su 58. Nessun paese si dichiarò contrario, dieci si astennero. Questo documento doveva essere applicato in tutti gli stati membri. Alcuni esperti di diritto sostengono che questa dichiarazione sia divenuta vincolante come parte del diritto internazionale di consuetudine venendo continuamente citata da oltre 70 anni in tutti i Paesi.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è un’ organizzazione intergovernativa a carattere internazionale;  nata il 24 ottobre 1945 sulla scia della vecchia
Società delle Nazioni e subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, aderirono 193 Stati del Mondo sul totale dei 196 riconosciuti sovrani, formarono uno STATUTO (Statuto delle Nazioni Unite)

Preambolo

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo; Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione; Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni; Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti dell’uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà; Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l’osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali; Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni; L’ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione dei Diritti Umani.

Considerò che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.

La Carta è composta di 30 articoli

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

L’articolo 29, è l’unico che cita i Doveri: in pratica afferma che:

La vera fonte dei diritti è il dovere. Se adempiamo i nostri doveri, non dovremo andare lontano a cercare i diritti.

Fu affermato  settanta anni fa, quello che accade da sempre e sempre avverrà: Cioè cercare il bene per riscattare tutti gli esseri umani e la loro autodeterminazione:

adoperarsi per trovare, cercare la carità, cercare con la lanterna, cercare affannosamente, cercare morendo. Questo avviene in Africa, in America Latina, nei Paesi Asiatici, nei Paesi dell’Est Europeo e, ahimè! Succede anche in Italia.

I Diritti proclamati nella Dichiarazione dall’ ONU sono garantiti dalla Costituzione Italiana.

Una delle piaghe della burocrazia è la raccomandazione. Per malasorte o per disgrazia o per disavventura o per usi o costumi “onorevoli”, comunque socialmente condizionanti,  in tante parti del mondo e d’Italia, per ottenere i diritti previsti dalla norma, si ricorre al deplorevole sistema della raccomandazione e, inconsciamente e sottotraccia, si produce più potere, per chi? Per colui che il Diritto, invece,  lo deve garantire gratuitamente.

A mio parere non si dovrebbe ricorrere alla raccomandazione, ma  bisognerebbe ISTRUIRE, o meglio far conoscere la Costituzione ai Ragazzi di oggi e soprattutto agli adulti per dare esempio. Magari perché la raccomandazione (l’unica che io conosca è quella di rivolgermi al mio Santo Protettore) chiesta ai politici e ai dipendenti degli Enti locali determina schiavitù chi chiede, e potere a chi la concede, e sono coloro che hanno, sia apertamente che inconsciamente, rovinato la Democrazia italiana del diritto e del dovere.

Il Potere sottrae il sapere e taglia le radici dell’albero Costituzionale.

La Costituzione indica il cammino di essere attore di sé stesso e interprete della legalità verso tutti, affinché il Mai Più  non sia un mero auspicio retorico e che l’ignoranza, riguardo alla nostra storia, non ci faccia scivolare in un flusso incontrollabile di eventi ed emozioni pericolose.

In definitiva, la raccomandazione è violenza, ignoranza, incapacità di affermarsi.

Vitoronzo Pastore

Gli uomini perdono la salute per fare soldi, e poi perdono i soldi per tentare di recuperare la salute.

Pensano tanto ansiosamente al futuro dimenticando di vivere il presente. Cosi facendo, non riescono a vivere né il presente né il futuro.

Vivono come se non dovessero morire mai, e muoiono come se non avessero mai vissuto.

Dalai Lama (TenzinGyatso, Premio Nobel per la Pace il 10 dicembre 1989) sostenitore della non violenza e della coesistenza pacifica fra tutti gli esseri umani.

Non bisogna aver paura di dire la verità, perché la verità è libertà.

Papa Giovanni Paolo II

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