I.M.I. Internati Militari Italiani

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG VI K (326) – Vitoronzo Pastore

Stammlager VI K (326)

Lo Stalag era spesso denominato Stammlager 326 (VI K), situato a Senne-Forellkrug-Stukenbrock, era uno dei più grandi campi di prigionieri di guerra nella Senne.

Aperto nel maggio 1941, vennero internati prigionieri di guerra sovietici, dal 1942 polacchi, serbi e francesi, dopo l’8 settembre 1943 gli italiani. Lo Stalag, con dimensioni di 450×1000 metri, era circondato da un doppio perimetro di filo spinato. I primi prigionieri arrivati dormirono a cielo aperto o in tane scavate con le proprie mani.

Aveva la doppia funzione, campo di transito per lo smistamento ai campi di lavoro e di breve soggiorno per gli “inservibili”.

Di struttura rettangolare, era diviso da una strada centrale, a nord-ovest vi erano le baracche dei Polacchi, Francesi, Jugoslavi, Belgi, Olandesi e Italiani. A sud-ovest era situata una struttura ospedaliera e strutture con laboratori di arti e mestieri: di cucito, un fabbro, calzolai, officine, cucina del campo, deposito di abbigliamento, e carcere con celle di isolamento, buie e fredde, oltre alla caserma tedesca, uffici, dormitori e cucina esclusiva.

Ad est erano situate 51 baracche. Ogni 3 baracche erano separate da una rete metallica supplementare, creando un unico contenitore. Un totale di 18 scatole. Ogni scatola aveva una massiccia porta, chiuse durante la notte e sorvegliate di giorno, contenevano prigionieri russi in pessime condizioni igieniche e con scarsa alimentazione.  La maggior parte dei prigionieri vivevano al di fuori del campo, nei campi di lavoro, allo Stalag stazionavano coloro che lavoravano nella zona, lo Stalag aveva anche funzioni di cuscinetto per i prigionieri Russi, per iniziativa dell’Associazione Reich del carbone, venivano selezionati per l’estrazione di carbone della Ruhr. Di questi uomini, tenuti in condizioni di lavoro disumane, migliaia di “inservibili” venero uccisi e molti altri morirono negli ospedali del campo di tubercolosi o di fame.

A tutt’oggi alcune fonti asseriscono che ne morirono oltre 70.000 per torture, fame e malattie. Fecero visita allo Stalag 326 circa 380.000 prigionieri.

Il campo fu liberato dalle truppe americane il 15 aprile 1945.

Cartolina di risposta per lo Stalag 326 (VI K), inoltrata dall’Ufficio postale di Cardinale (Catanzaro, ora Cosenza), per Nicola GUALTIERI, matricola 92885, campo di lavoro 1680

Manoscritta il 16.1.44 da Martino CANNELLA, matricola 102774, campo di lavoro 683, per Casteltermine (Agrigento)

Carissimi genitori, sto bene di salute…, siate forte nella rassegnazione, mando un’altro modulo per il pacco, mi raccomando solo roba da mangiare e se è possibile anche del tabacco, vi abbraccio e vi bacio, vostro Martino.

Stammlager l’incubo della memoria – Vitoronzo Pastore

 

 

 

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