I.M.I. Internati Militari Italiani

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG XI A – Vitoronzo Pastore

Stammlager XI A (341)

Lo Stalag XI A, noto anche come Stalag 341, era dislocato ad Altengrabow, a circa 35 km a est di Magdeburg. Inizialmente era una struttura militare: addestramento militare, caserme, poligono di tiro e scuderie per cavalli. Nel settembre 1939, una parte della struttura venne trasformato in Campo di concentramento Stalag XI e due mesi dopo fu denominato Stalag XI A.

“Saluti dal Training Ground Altengrabow”, una delle prime cartoline raffigurante  il complesso;, in primo piano le 7 scuderie per cavalli  che vennero trasformate per accogliere gli internati

Nel campo, nel periodo 1939-1945, furono internati circa 55.000 prigionieri di guerra provenienti da 13 Paesi. I primi prigionieri furono i soldati polacchi  provenienti dalla Campagna di settembre 1939. Dal mese di maggio 1940 seguirono tutti gli altri. In autunno 1941, una parte separata del campo venne destinata ai prigionieri Russi. Poiché ’Unione Sovietica non era firmataria della Convenzione di Ginevra del 1929, i Tedeschi inflissero ai Russi un comportamento di rilevanza marcata di disumanità: cibo insufficiente, scarse cure mediche e massacrante lavoro in speciali kommando, si evidenziò  un’elevata mortalità. I Russi morti furono sepolti senza alcuna cerimonia in fosse comuni fuori del campo. I decessi di altre nazionalità, e tra i primi i Polacchi, che morirono dall’autunno del 1939 al 1943 furono sepolti nel cimitero di presidio sul confine tra gli edifici, caserme residenziali e campo di allenamento. Dopo l’8 settembre 1943 arrivarono allo Stalag i prigionieri italiani.

Sulla strada per Dornitz c’era un campo di lavoro femminile per prigioniere polacche e ucraine impiegate nella fabbrica di munizioni Wehrmacht.

Lo Stalag XI A fu uno dei più grandi campi di prigionia del Terzo Reich. La durata media di soggiorno dei prigionieri nel campo era di circa 1 mese, dopo venivano trasferiti nei 1.700 Arbeitskommando distribuiti sul territorio. Contrariamente alle Convenzioni e accordi firmati dal governo della Germania, i prigionieri furono costretti a lavorare in agricoltura e nell’industria militare e civile.

Al di là dello Stalag, nelle vicinanze della linea ferroviaria e in direzione di Lübras Gross, vi era una fabbrica per munizioni, il complesso venne ampliato con baracche di legno, mentre una superficie venne destinata ad area cimiteriale, chiamata “Cimitero II”, allestita per l’aumento della mortalità, soprattutto tra i prigionieri russi, per le epidemie di tifo e di tubercolosi che esplosero nel campo principale e per i decessi nel “Lazaret di Gross Lübras”.

La liberazione

Una delle ultime operazioni di guerra col nome in codice “Operazione Viola” avvenne il 25 aprile 1945. Sei squadre composte da ufficiali e soldati del Commonwealth, forze armate francesi e statunitensi, sotto il comando del maggiore Worrall, furono paracadutati vicino allo Stalag per garantire la protezione dei prigionieri di guerra, per valutare la necessità umanitaria degli stessi e per garantire un consegna pacifica dello Stalag alle autorità degli Alleati.

Tuttavia, i soldati delle squadre si sparpagliarono durante la caduta e tutti i membri furono presto catturati e trasferiti al campo Altengrabow. I nuovi prigionieri di guerra sollecitarono il comandante del campo, il colonnello Ochernal, alla cooperazione per l’evacuazione dello Stalag.

Il 2 maggio il col. Ochernal si accordò con il comandante della divisione di fanteria americana 83, MG Robert Macon, alla fornitura  di camion necessari per l’evacuazione dei primi prigionieri di guerra a Zerbst. Il giorno successivo, settanta camion carichi di razioni e trenta ambulanze complete di team medici arrivarono ​​a Altengrabow, erano presenti anche una quarantina di corrispondenti di guerra ansiosi di vedere la liberazione del campo. L’evacuazione procedette, prima con gli Americani, Inglesi, Francesi e Belgi, successivamente con tutti gli altri. Gli Americani organizzarono  un servizio navetta per il trasporto degli internati. Nel pomeriggio del 4 maggio l’esercito russo arrivò al campo, cambiando considerevolmente l’atmosfera. I russi bloccarono con rabbia l’evacuazione di  un gruppo di Polacchi che aveva chiesto di essere rimpatriato in Occidente, così anche un gruppo di prigionieri italiani. Vi furono furiose proteste degli Alleati che ottennero le richieste di tutti gli internati.

Cartolina di risposta per lo Stalag XI A, inoltrata il 10.7.44 dall’Ufficio postale di Biella per Armando ACQUADRO dislocato al campo di lavoro 544/51, censura 95R di Vercelli

Carissimo cugino, gradito ci giunse il tuo scritto, il cugino Cornelio pare che si trovi in Germania. L’indirizzo di allora è Rosso Cornelio, Reggimento Artiglieria Alpina – 5ª Batteria – Gruppo Aosta, P. M. 200. Abbi fiducia in un buon avvenire e speriamo presto di riabbracciarti, cerca di stare bene e sempre alto il morale… aspettiamo sempre tue nuove, Tina, Alberto e Paola.

Biglietto manoscritto il 28.2.44 da Ferruccio BOSCHETTO, matricola 183001, campo di lavoro 170/14, per Cossato (Vercelli), timbro di arrivo il 28.3.44

Carissima famiglia, dopo sei mesi di assenza vengo da voi con questo mio per farvi sapere che mi trovo internato in Germania, io sto bene, si lavora e si mangia… fatemi sapere delle vostre condizioni, come state  e se tutti vivi. Cari, tra giorni ci daranno un tagliando che voi utilizzerete per l’invio di un pacco, non deve superare 5 kg, vi chiedo se è possibile di mandarmi solo roba da mangiare, non potrete mandarmi medicinali o liquori, mandatemi del pane, che sia tanto e pesa poco, se non potete mandatemi della farina, riso, qualcosa da mangiare, non pretendo molto, mi capite cari genitori? Non parlatemi di politica e mi dispiace del breve scritto, non si può scrivere altro, mi raccomando 4,5 kg di roba da mangiare e 0,5 kg di tabacco. Speriamo che tutto finisca presto, vi saluto e vi bacio, Ferruccio.

Biglietto manoscritto il 2.7.44 dal bersagliere Ferruccio BOSCHETTO, matricola 103001, campo di lavoro 170/24, inoltrato 19.7.44,  per  Cossato (Vercelli), timbro di arrivo il 28.8.44

Cara mamma e sorelle, ho ricevuto il pacco che avete spedito il 6 maggio e sono in attesa di ricevere gli altri, come mai non li spediti subito appena ricevete i moduli?; mi dovete capire che qui il mangiare… credo che capirete le condizioni in cui ci troviamo noi tutti. Non ho ricevuto notizie di Enza, fatemi sapere anche se avete ricevuto la foto che vi ho mandato giorni prima di essere prigioniero. Sono ancora con la divisa da bersagliere. Sono contento che stiate tutti bene, sto bene anch’io, lavoro presso una officina… speriamo che si ritorni a casa presto, speriamo in bene. Vi bacio e abbraccio  tutti, vostro figlio e fratello Ferruccio.

Manoscritta il 30.7.44 da Piero COMETTI, matricola 136528, campo di lavoro 544/51, per Vercelli

Carissimi genitori, la mia salute è sempre buona come spero di voi tutti. prendete tutte le precauzioni onde superare felicemente l’ultima fase della guerra. Nulla è definitivamente perduto e presto la pace verrà a coronare e premiare chi tanto ha sofferto dolore per colpa mai commessa. Abbiate fiducia che presto ci rivedremo per riprendere con nuova lena il lavoro e restare uniti per sempre. Auguri per S. Eusebio. Ciao mamma e babbo, baci vostro figlio Piero.

 Biglietto manoscritto il 7.8.44

Amatissimi genitori, non state in pensiero per i bombardamenti che qui come giustamente vi dicono, ci sono rifugi buoni e poi al presente mi trovo fuori dalla città in un sobborgo discosto e sono pressappoco al sicuro. Come già vi ho scritto, ho ricevuto fin’ora 7 pacchi degli undici e mi sono stati molto utili. Mi hanno tirato su le forze esaurite. Pure questa volta non invio la modulistica, desidero e voglio che se trovate qualche cosa lo teniate per voi che certo ne avrete tanto bisogno. Se mai invierò in seguito la mia richiesta per un paio di mutande e calze e qualche cosa da leggere. Del resto spero sempre che questa inumana tragedia finisca una buona volta e i responsabili interroghino la loro coscienza e ristabiliscano quella pace che tutto il mondo attende. State pure certi della mia buona salute che è ottima come voglio sperare pure di voi. Non attendo altro che il ritorno per dare sfogo al mio cuore e al mio fisico e rifarmi a piacer mio di tutti questi patimenti ingiustamente sofferti. Non state in pensiero per Carluccio, c’è sempre da sperare in bene e fate coraggio a zia Margherita. Di noi si parlava di renderci lavoratori civili, tuttora siamo come prima e credo così sarà per l’avvenire. Del resto non ci tengo ad avere una libertà concessami in queste condizioni e dopo 11 mesi di prigionia, attendo una libertà vera e propria, per noi è una sola: il ritorno in Patria. Cara mamma, non stare in pensiero e stai tranquilla. Caro babbo non lavorare troppo e non uscire spesso per diversi motivi. Arrivederci a presto, baci e abbracci dal vostro Piero.

Manoscritta il 12.10.44 da Quarto CLERICO, matricola 193785, campo di lavoro 784/9, per Coggiola (Vercelli)

Cari fratelli, io sto bene come spero di voi e famiglia, sono sempre prigioniero e lavoro in una azienda di guerra. Non pensate a me, cercate di tirare avanti voi che forse siete più in difficoltà di me. Qui sono giunti i viveri dall’Italia, abbiamo avuto un kg di riso, di zucchero e ½ di marmellata e altri viveri che sono stati per noi un toccasana. A volte abbiamo gare di football e bocce. Saluti a tutti, Quarto.

Biglietto manoscritto il 27.11.44, inoltrato l’11.12.44

Carissimi genitori, dopo un lungo silenzio eccovi le mie notizie. Sono sempre prigioniero, di salute sto bene, ho ricevuto il vostro pacco. Per quanto riguarda il vestiario avrei bisogno di una camicia, un panciotto, beninteso roba di scarto. Si sono verificate molte partenze, eravamo in 600 e ora solo 250. Spero di rimanere qui, si sa quello che si lascia e non si sa quello che si trova, se il destino sarà diverso non posso farci niente. Siamo passati lavoratori civili, ma è tutto come prima. Quando questa vi giungerà, sarà quasi Natale, perciò vi auguro buone feste e buon principio, spero che sia l’ultimo anno senza focolare. Appresi le opere devastatrici che colà stanno in azione, vuol dire che a fine guerra li ricostruiremo, mentre coloro che hanno osato fare del male, al nostro ritorno pagheranno sodo, specie coloro che per scelta hanno indossato altra divisa. Vi ringrazio delle sigarette. Cercate di non stare in pensiero per me, state allegri, ben presto arriveranno tempi migliori. Con l’affetto di sempre affetto sono fiducioso in un presto ritorno, vostro figlio Quarto, estendete saluti a tutti, vicini e parenti.

Manoscritta il 10.12.43 da Giosuè FERRINO, matricola 119523,  per Varzo frazione di Fontana (Novara)

Sono prigioniero in Germania e lavoro in una fabbrica di zucchero. La salute è buona e vi penso sempre. A giorni finiremo questo lavoro e vi farò sapere la nuova destinazione. Saluti… tuo affezionato marito Giosuè.

Manoscritta il 15.5.44 da Bruno RONDELLI, matricola 180512, campo di lavoro 932/2 per Trezzo D’Adda (Milano)

Cari genitori, mi rincresce dovervi dire che se non ricevo fra 15 giorni vostre notizie, questa sarà l’ultima mia cartolina, sono ormai 8 mesi che sono prigioniero senza ricevere le vostre. Questo è il 5° modulo per spedire un pacco viveri, non vi dico più niente, lascio fare a voi. bacioni a tutti, Bruno.

Biglietto manoscritto il 16.1.44 da Luigi GIGLIOLI, matricola 119666, campo di lavoro 544750, inoltrata 1.2.44,  per Caperiano Cascina Graziosa (Novara),  timbro di arrivo l’11.2.44

Carissimi genitori, mi trovo internato in Germania, lavoro e mi trovo bene, come spero sia per voi tutti. Sono sempre in compagnia col mio amico Francesco LOCATI che abita nella frazione Pernasca (Vinzaglio), appena riceverete questa sapere che stiamo bene; con Francesco, siamo d’accordo che a notizie ricevute, l’uno avvisa l’altro. Il foglio in bianco che vedete attaccato serve per la risposta, mi darete subito notizie di tutti, dei fratelli, specialmente, di farmi sapere dove si trovano. Assieme a questo mio scritto mi hanno fatto inviare un modulo che serve per spedire un pacco non superiore a 5 kg. Ci mettete un po’ di tabacco, calze, qualche maglia, roba da mangiare, insomma quello che potete. Porgete mie notizie anche a Noemi, a tutti, non posso scrivere di più, spero che la mia sorte sia segnata bene come fino al presente. A voi tutti e a Noemi ricevete un forte bacione, vostro figlio Luigi.

Biglietto manoscritto il 10.7.44 da Clemente NEGRO, matricola 136694, campo di lavoro 784/5, inoltrato 17.7.44,  per Cerreto Castello (Vercelli)

Carissimi genitori, mentre nel nostro lager ferve il lavoro di cucina e tutti i miei compagni sono più del solito silenziosi, riordino le mie idee in queste poche righe: sono come al solito poche, ma spero gradite. Vorrei dire tante e tante cose, ma non mi è possibile. Godo buona salute, lavoro sempre e attendo il giorno beato del mio ritorno tra  voi, che da tanto tempo non vedo, ma che non lascerò mai più quando sarò borghese. Siate tranquilli per me. In questi giorni ho ricevuto la bella novella che proprio vi confesso non aspettavo: a Tarcisio e alla nuova cognata vanno i miei migliori auguri, voglia il buon Dio far felici i loro cuori e li ricolmi di felicità. Non so cosa ne pensiate di quei due passerini appena sbocciati, certo è un po’ presto, no! Toccherà a me il prossimo turno? Per ora navigo nella nebbia. Carissimi, i moduli che unisco al biglietto vi prego siano rispediti subito. Mandatemi quel che volete, ma fate si che possa ricevere quanto ho estremo bisogno: da mangiare. Se ne avete ancora a casa spedite subito tutto. Ricordatevi le sigarette. Bacioni e saluti cari e baci a voi tutti che ricordo sempre con affetto, vostro Clemente.

Biglietto manoscritto il 15.2.44 da Paolo GUENZI, matricola 119652, campo di lavoro 544/7, inoltrato 17.2.44,  per  Meina (Novara), timbro di arrivo il 24.3.44

Carissima mamma e famigliari, dopo tanto tempo spero vi giunga questo mio biglietto. La salute è buona e non va male. Spero che altrettanto sia di voi e attendo vostre notizie con l’altra metà del foglio, riservata alla risposta. Credo che Celeste ed Ernesto siano sempre a casa, in caso contrario inviatemi il loro indirizzo. Allegato alla presente vi è un modulo per la spedizione di un pacco, se potete inviatemi un paio di mutandine, un pezzo di sapone comune e poi generi alimentari non deperibili, lascio la scelta alla vostra volontà, ne ho veramente bisogno. Spero che tutti voi stiate bene, aggiungo saluti a tutti; a te cara mamma, fratelli e sorelle tanti baci e abbracci, Paolo.

 

 

 

 

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