I.M.I. Internati Militari Italiani

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI – STALAG 319 – AKTION T4 – Vitoronzo Pastore

Stammlager 319

Lo Stalag 319 era dislocato nella zona di Chelm (Polonia orientale), istituito e funzionante da luglio 1941 ad aprile 1944, era uno dei più grandi campi di prigionia tedesco, a 50 km dal confine con la Bielorussia e 25 km dal confine con l’Ucraina, senza baracche, i prigionieri scavarono fosse per ripararsi dal freddo.

Lo Stalag era costituito da tre sotto-campi:
319 A – Rampa Brzeska-Okszowska- Okszowskiej
319 B – Wojsławicka
319 C – diversi sotto-campi nei vicini villaggi di Samogitia (6.000 detenuti), Włodawie (5.000 detenuti) e Sawin

Nello Stalag 319 vennero internati circa 13.000 militari italiani di cui 3.000 vi trovarono la morte. Il 319 era inizialmente destinato ad un campo di transito, in pratica diventò campo di detenzione, inizialmente per i prigionieri di guerra russi; successivamente vennero internati prigionieri Belgi, Francesi, Inglesi, Partigiani Polacchi e dopo, l’8 settembre 1943, gli Italiani. Lo Stalag comprendeva una vasta zona con doppia rete di filo spinato.

Dal campo principale e dai sottocampi vi transitarono oltre 250.000 prigionieri; furono oltre 100.000 i prigionieri morti, per fame, per malattie o sterminati per esecuzioni.

Nello Stalag 319, secondo relazioni spontanee delle guardie, quasi tutti i giorni vennero effettuate esecuzioni di decine e di centinaia di prigionieri di origine ebraica russa.

Gli Ebrei sopravvissuti del ghetto di Chelm chiesero e ottennero l’esumazione delle fosse comuni del Cimitero nella foresta di Borek; vi trovarono circa 30.000 cadaveri. Lo stermino avvenne con lo scarico di gas sulle piattaforme di camion.

Ai bordi della foresta di Borek e della foresta Kumowa Valley che includeva la città di Chelm furono trovati diversi camion predisposti per le emissioni di gas.

 Il monossido di carbonio generato dai motori a combustione interna, attraverso lo scarico, veniva invogliato con tubi in camere sigillate ermeticamente. Questo metodo venne inizialmente utilizzato con il programma di “eutanasia”, durante il quale i Tedeschi uccidevano portatori di handicap.  Più tardi, nel settembre 1941, i Tedeschi utilizzarono lo stesso metodo per lo sterminio dei prigionieri di guerra sovietici in Bielorussia e Russia.

È difficile stabilire in modo chiaro il numero delle vittime dei prigionieri dello Stalag  e sottocampi di Chelm. Con l’avvicinarsi dell’Armata Sovietica, i Tedeschi distrussero tutta la documentazione. Si riconosce che al solo Stalag 319 vennero internati più di 200.000 prigionieri e quasi la metà, per fame, per malattie ed esecuzioni, persero la vita. Il campo di Chelm fu uno dei più grandi Stalag nazisti di esecuzione nei territori polacchi occupati.

Attualmente, lo sterminio degli internati viene ricordato con due Cimiteri:

  • Il cosiddetto “Cimitero degli scheletri”, a Okszowskiej, dove più di 60.000 sono sepolti in 48 fosse comuni. Nel 1963 il Cimitero venne recintato con un piccolo Memoriale, si presume che molte fosse comuni si trovano al di fuori del muro.
  • Il Cimitero della foresta Borek con i resti di circa 50.000 prigionieri in 278 fosse comuni: polacchi, francesi, italiani, ebraici e sovietici. Nel 1989 vennero costruite delle lapidi commemorative dedicate all’assassinio, anche una placca separata per commemorare i prigionieri italiani.

AKTION T4

Era il nome del programma svolto nel Terzo Reich negli anni 1939-1944 che coinvolse l’eliminazione fisica delle persone con ritardo mentale, cronici malati mentali e neurologici, schizofrenia, alcune forme di epilessia, demenza, corea di Huntington, i postumi dell’infiammazione del cervello, alcuni disturbi dello sviluppo congenito.

“l’eliminazione della vita indegna di vita”

Si stima che durante il picco del programma, vale a dire nel 1940-1941, furono uccisi oltre 70.000 malati e disabili, compresi i residenti di ospedali psichiatrici nei territori occupati.

Dal mese di aprile del 1941, questo programma venne esteso a “Aktion 14F13”, compresi i prigionieri malati mentali e disabili non tedeschi nei Campi di concentramento. Aktion T4 divenne il primo massacro di massa della popolazione effettuato dallo Stato nazista, durante il quale sviluppò la “tecnologia” uccisione di gruppo, seguito poi nei Campi di concentramento tedeschi. Questa azione è stata anche chiamata “eutanasia”, da cui l’acronimo E-Aktion, mentre noto acronimo T4 derivava dall’indirizzo del progetto, ufficio situato a Berlino a Tiergartenstraße 4.

L’operazione T4 era una specie di abbattimento delle barriere di etica tra la popolazione tedesca (che aveva carattere semi-ufficiale). Nonostante le proteste di alcuni gruppi sociali (in particolare della chiesa), la società e medici tedeschi accettarono in gran parte l’uccisione di massa per “ragioni sociali”. Divenne il preludio agli omicidi di massa di “razza straniera” (Olocausto) e permise di sviluppare una efficiente organizzazione di una macchina di morte.

Chiedere oggi a un tedesco giovane o anziano se nella loro storia contemporanea è menzionata il programma Aktion T4, essi non sanno,  i genitori e i genitori dei loro genitori non c’erano e se c’erano erano ciechi, sordi o dormivano. È la vergogna della loro Memoria.

    

Fronte e retro di cartolina postale per Prigionieri di Guerra dello Stalag 319, manoscritta il 13.11.43 dal sottotenente Agostino DANDRI, matricola 764, al momento della cattura era inquadrato nel 37° Reggimento Fanteria, inoltrata il 15.11.43 per Casalecchio di Reno (Bologna)

Stammlager l’incubo della memoria – Vitoronzo Pastore

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