2a Guerra mondiale

PRIGIONIERI MILITARI ITALIANI CAMPO N. 351 (3^) – Vitoronzo Pastore

Campo di prigionia n. 351 dislocato a Nairobi (Kenia)

Manoscritto il 5 ottobre 1945 da Leo SGHERZA internato al Campo n. 16, inoltrato per Molfetta (Bari)

Mio carissimo Saverio, continuo a risponderti alla tua lettera del 23.settembre, rileggendo mi è parso di notare, specie nelle tue ultime parole una certa effusione sdegnosa, mista ad un accorato scoraggiamento, infatti mi scrivi che tu non avrai la forza di sopportarmi, poi continui dicendo di essere pronto ad affrontare la malvagità della vita, girovagando per il mondo. Ma, caro Saverio, che sono queste escandescenze da giovincello?! Nel nostro caso si tratta semplicemente e solamente di formulare in termini chiari e precisi un proposito: costruire una base solida e sicura su cui esigere la nostra fortuna esistenza. Formulata questa idea, esaminarla attentamente in tutti i suoi particolari, indagare su tutto ciò che può essere di ostacolo nel recarlo ad atto, prevenirlo e premunisci. In altri termini, uscendo dalla nostalgia, tu non hai una professione ed io neppure; si tratta di farcela e questo dipende da noi. Sono in perfetto accordo con te in quanto bisogna unirci e che uniti ci sentiremo più forti, lo stesso concetto lo esprimo io a papà. In una mia precedente ti resi noto della mia intenzione di fermarmi a Napoli e continuare gli studi, con lieve accenno alle difficoltà cui andremo incontro, ti domandai se era tua intenzione seguirmi. Intorno a questo argomento non mi hai ancora risposto. Zio Corrado accennò che tu lavori presso gli alleati e per la terza volta ti chiedo che lavoro fai. Mio caro Saverio, scrivimi presto, vedrai che insieme risolveremo la nostra posizione, ma bisogna avere coraggio, cuore e grande volontà, saluti cari agli zii, abbracci la mamma e a tutti voi, a te un forte stretta di mano, tuo Leonardo. Ti mando questa fotografia assieme ad un mio amico Greco di nome, con il quale io studio ed abbiamo l’intenzione di frequentare l’università di Algeri. Io più di due lettere alla settimana non posso scrivere, ma spesse volte ne scrivo quattro a voi, scrivo a papà, agli zii e ad amici. Per far questo uso vari stratagemmi che a voi non sono necessari. Fammi scrivere da Mimì, da Maria, da Cecilia che non mi ha scritto, ti bacio con infinito affetto.

Lettera in busta manoscritta il 6 settembre 1946 da Salvatore PUGLIESE, con matricola 5878, inoltrata per Marcedusa (Catanzaro)

Caro fratello, ho avuto l’opportunità di una delle nostre parti che rimpatria e ti faccio sapere la mia ottima salute, come così spero di voi tutti un famiglia. Caro fratello, io penso quando sarà quel giorno di rivederci a casa, credo che non vi riconoscerò neanche da quando vi ho lasciati, eravate piccoli e vi ritroverò grandi. Oramai il mio rimpatrio è agli sgoccioli, pochi mesi ancora, non puoi immaginare quanto sarò contento solo a pensarci. Ormai sono trascorsi sette anni di questa vita e non ne posso più. Tanti saluti a nostro zio Nicola e anche alla zia Maria, saluti e baci a tutti, tuo fratello Salvatore.

Scrittore-collezionista – Vitoronzo – Custode della Memoria

PRIGIONIERI MILITARI ITALIANI CAMPO N. 351 (2^) – Vitoronzo Pastore

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