2a Guerra mondiale

Antonio GIUSTO di Cassano Murge (BA) Russia

La corrispondenza di Antonio GIUSTO, era inquadrato nella compagnia Comando del 103° Battaglione Misto Corpo d’Armata Autocarrato

Manoscritta il 25.10.1942 da Antonio GIUSTO, inoltrata lo stesso giorno dall’Ufficio dislocato a Medovaia, per Cassano delle Murge (Bari)

Carissimi zii, non ho potuto scrivere prima per la ragione del nuovo numero di posta, adesso che ne sono certo e sicuro mi affretto a darvi mie nuove. Vi dico che ho fatto un lungo viaggio che non immaginavo, in conclusione sto bene con questo bel fresco di ottobre mie è venuto anche l’appetito e grazie a Dio, qui la provvidenza non è tanto male. Si mangiano uova, burro, miele, patate e si beve tanto latte, sto prendendo peso. Mi dimenticavo di dirvi che zio Francesco vuol venire qui come lui accennò al tempo della trebbiatura, e come lui disse delle terre buone e abbondanti, è proprio vero, qui trebbiano ancora, si notano ancora centinaia di covoni sparsi che attendano ancora. Non più da prolungare, invio saluti infiniti a tutti, vostro nipote Antonio. Quando scrivete al cugino Angelo, inviate i miei saluti, credo che sia partito.

Lettera in busta manoscritta il 4.12.42, inoltrata lo stesso giorno dall’Ufficio P. M. dislocato a Medovaia, per Cassano delle Murge (Bari)

Carissimo cugino, ieri sfogliando la posta vidi il mio nome, conobbi subito la tua calligrafia e lessi subito il contenuto. Nel leggerla sembrava che io parlassi con te in persona. Ti ringrazio molto e ricambio subito. Dunque, il mio viaggio l’ho passato bene, soltanto a Bari quando lasciai mia sorella mi sentii molto male, pensai a quando l’avrei rivista, ma poi assieme ai compagni, conversando con parole scherzose e risate, ebbe fine la mia tristezza. Nelle città italiane di cui il treno si fermava, trovavamo gente a salutarci, ci portavano doni e con questo spirito lasciammo la madre Patria. Alle fermate in Germania accadeva la stessa cosa, sulle stazioni ferroviarie ci attendeva gente allegra, ci offrivano boccali di birra, era più quella che traboccava che quella che si beveva, loro e noi ci capivamo con gesti e risate a crepapelle. Sulle stazioni ferroviarie della Polonia era ancora peggio, dopo le partenze ci chiedevamo il perché vi erano pochi civili. Arrivati in terra di Russia, scendemmo a una stazione che non ricordo più il nome, rimanemmo fermi per una settimana. Sempre con gesti cercavamo di interloquire con i russi, furono cordiali, qualsiasi cosa chiedevamo ci veniva dato senza accettare quello che noi davamo in cambio, neanche denaro. Al posto della birra, bevevamo latte. A volte ci mostravano immagini di Santi, noi gli mostravamo il Crocifisso e loro giravano la testa dall’altra parte. Bho! Chi li capisce a questi! Ora siamo giunti dove sono adesso, in un deserto dove godiamo la tranquillità e la felicità. Non si vede niente. Faccio tre km tutti i giorni a prendere la posta da un piccolo paese vicino per tutto il Battaglione (come tu ben sai), ma ti voglio assicurare che non ci manca niente, abbiamo cappotti di pelliccia, guanti di pelle foderati di lana. Fino ad ora non faceva tanto freddo, figurati che nei primi giorni dello scorso mese si andava senza giacca, l’altro giorno ha fatto un po’ di neve e i colleghi annunciano freddo intenso, staremo a vedere. Qui mi sento male, l’ozio fa pensare alla casa paterna, siamo in attesa di eventi. Ci hanno chiamato per la Patria, ma i sacrifici sono tanti. Noi ci troviamo qui per aver dato il cambio ai nostri fratelli che sono tornati in Italia. Ora tocca a noi fare un anno come gli altri e spero che ritornano mesi di gloria e se il Signore vorrà mettere un po’ di pace per tutti i popoli, torneremo tutti ad abbracciare i nostri cari. Finisco di scrivere inviandoti i miei più cari saluti, siamo già a dicembre e perciò, da qui lontano vi auguro Buone Feste natalizie, tuo cugino Antonio. Arrivederci presto, fate quello che potete per me. Grazie.

Antonio PARISE di Scandale – Russia

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