Caduti e Dispersi

CASERMA MARIO ROSSANI: GLORIA E DECLINO – Vitoronzo Pastore

Caserma Rossani: gloria e declino

 Esiste nel cuore di Bari, appena a ridosso della Stazione ferroviaria una superficie enorme, utilizzata solo in minima parte. Languisce dal ’98, benché l’abbandono, andando avanti per gradi, fosse cominciato sette anni prima, quando l’Autorità Militare decise la chiusura di quella struttura. Da quando l’immobile è stato acquisito dal Comune il suo utilizzo (modesto), non è andato oltre un parcheggio, un vivace Centro Sociale ; degno di segnalazione è il fatto che nel generale degrado le superfici all’aperto siano evolute in aree verdi selvatiche. Stiamo parlando dell’ex Caserma Rossani. Costruito nel 1908, nell’allora Contrada San Lorenzo, questo impianto si distingueva per il fatto di disporre di una piazza d’armi tra le più grandi d’Italia. Qui, previo permesso dell’Autorità Militare, disputarono le prime partite il FBC Bari, l’US Ideale e il FBC Liberty. L’utilizzo del Campo San Lorenzo ebbe fine nel 1925, anno in cui entrò in funzione il Campo degli Sport. Ribattezzato Polisportivo Rossani, l’ex Campo San Lorenzo continuò ad ospitare partite dei campionati giovanili e gare di atletica (l’impianto disponeva di una pista regolamentare in terra battuta). All’indomani del rogo che distrusse il Petruzzelli, si cominciò a lavorare all’interno dell’area ‘sportiva’ della Rossani per dare vita alla Città di Federico, un’ambiziosa cittadella della cultura che nell’idea di chi l’aveva progettata avrebbe dovuto ripagare i baresi della perdita dello storico politeama. Ma non si andò al di là di qualche muro perimetrale. E siamo ad oggi. Che ne sarà dell’ex Rossani? Si parla di un Parco e di un Polo Bibliotecario per i quali i lavori dovrebbero iniziare l’anno prossimo. Dicono… E ora facciamo di nuovo un salto indietro. Chi fu Mario Rossani? Nato a Cassano delle Murge il 1° febbraio 1890, Rossani uscì dall’Accademia Militare di Torino con grado di Sottotenente del Genio. Allo scoppio della Grande Guerra, dopo quattro encomi solenni, venne promosso Maggiore. Messo al comando di battaglione di zappatori, il 26 giugno del 1918 era sulle pendici del Monte Corno dove dirigeva lavori di rafforzamento di una posizione appena conquistata ma ancora sotto il tiro degli avversari. “Ferito alla testa da una pallottola di mitragliatrice – si legge nella motivazione di conferimento della medaglia d’oro al Valor Militare – rimaneva sul posto nascondendo il suo stato mortale perché non venisse attenuata l’operosità degli ardui lavoratori.. Nuovamente colpito stramazzava in un sottostante burrone”. E’ quanto di evince da ‘Altruismo e parole d’altri tempi – 1915/1918’ (SUMA Editore) un libro di Vitoronzo Pastore, l’infaticabile studioso di Casamassima che da molti anni si consacra allo studio e alla raccolta di testimonianze relative ai sacrifici dei nostri soldati in guerra.

Italo Interesse

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