La Divisione "ACQUI"

DIVISIONE “ACQUI” – L’ECCIDIO DI CEFALONIA E CORFU’ – Vitoronzo Pastore

Nel filmato le interviste dei Reduci della Divisione “ACQUI” di Olindo BUSSI, di Gino MARCHESIN. di Carlo SANTORO, di Libero COSCI e di Mario MARTELLI.

L’Eccidio di Cefalonia e Corfù

Dopo l’armistizio  dell’8 settembre 1943, i Ragazzi della Divisione “ACQUI” dislocati a Cefalonia e Corfù e isole minori, dissero NO all’esercito di Hitler.

Alle ore 14,00 del 15 settembre ebbero inizio le ostilità armate. Dalla vicina Grecia arrivarono stormi di Stukas. Bombardarono e polverizzarono quasi tutte le nostre postazioni costiere, distrussero tutte le risorse di munizioni, viveri e materiale bellico. Tutti i Ragazzi della Acqui, Carabinieri, Finanzieri e Marinai, combatterono fino all’ultimo colpo. Coloro che si arrendevano venivano mitragliati dai nemici.

Il  22 settembre, il generale Gandin chiese la resa incondizionata.

Nelle 48 ore successive i militi della Wehrmatch rastrellarono e li falcidiarono, dopo averli umiliati e depredati della cose più care: anelli, catenine, braccialetti, immagini sacre di valore, orologi e qualsiasi altro oggetto da poterne ricavare moneta. I loro corpi furono nascosti in pozzi naturali, minati e fatti saltare, altri, ammucchiati e dati alle fiamme; altri ancora lasciati su terreno scoperto.

Alcune località degli eccidi più noti:

  • oltre 631 a Troianata,
  • 461 a Francata,
  • 200 a Farsa,
  • 300 a Kuruklata,
  • 148 Procopata,
  • 114 a Kardakata,
  • 136 a San Teodoro.

Placata la vendetta, i teutonici rinchiusero gli scampati nelle prigioni di Argostoli e nel cortile della Caserma Mussolini, lasciati sotto il caldo sole dando loro pochissimo cibo e poca acqua.

Il 24 settembre tutti gli ufficiali furono portati alla casetta rossa e, a quattro-otto alla volta furono fucilati. Le esecuzioni durarono fino alla stanchezza degli assassini. Durante la notte obbligarono 17 marinai a raccogliere e caricare sui camion i corpi e portarli al porto di Argostoli, caricati su zatteroni. Arrivati al largo dell’isolotto di Verdiani, i marinai furono costretti ad appesantire i corpi con del filo spinato e buttati in mare. I 17 marinai furono poi uccisi per non lasciare testimoni della barbarie. Tutto questo successe a Cefalonia; e a Corfù? Stessa sorte!

 

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