1a Guerra mondiale

Domenico NITTI di Casamassima (BA)

Domenico NITTI

Il foglio matricolare  stabilisce che nacque il 26 luglio 1886 a Casamassima, da Francesco e da Angela Schiavone, di professione contadino. Il 10 marzo 1916 venne nominato soldato di leva di 1ª categoria. Il 29 aprile 1916 fu chiamato alle armi e inviato al Deposito del 27° Reggimento Fanteria. Il 14 maggio 1916 venne trasferito nel 28° Reggimento Fanteria. L’8 dicembre 1917 moriva nell’infermeria della 59ª Sezione di sanità in seguito a ferite riportate per fatto di guerra, come da atto di morte iscritto al n. 65 del registro degli atti di morte della 59ª Sezione. Iscritto nel registro degli atti di morte della 59ª Sezione di Sanità a pagina 37, n. 67 d’ordine, risulta che l’8 dicembre 1917 il soldato Domenico Nitti della 9ª Compagnia del 28° Reggimento, nato a Casamassima il 27 luglio 1886, figlio di Francesco e di Angela Schiavone, ammogliato con Annunziata Laurina, moriva in seguito a ferita da scheggia al torace, penetrante nella cavità addominale e sepolto nel Cimitero di Granezza come consta dal verbale firmato dal tenente medico Dino Battisti, dal soldato Giuseppe Celani e dal soldato Massimino Izzi. La Banca Dati “Onorcaduti determina che:Nitti Domenico di Francesco, soldato del 28° Reggimento Fanteria, nasce il 27 luglio 1886 a Casamassima, muore l’8 dicembre 1917 nella 59ª Sezione di Sanità per ferite riportate in combattimento.

Nota storica – Il 9 novembre 1917 la Brigata “Pavia”, in seguito agli avvenimenti sul fronte Giulia, prevedendo la possibilità di un attacco nemico anche sul fronte dell’Altipiano, la Brigata si spostò a Cima Tre Pezzi, val d’Assa, Croce e Masele per alleggerire la difesa sulla linea di resistenza di Lemerle-Kaberlaba. Fino a tutto il mese di dicembre, la Pavia esplicò la sua attività con pattuglie in ricognizione verso l’Assa, il fortino Holla, Roncalto, alfine di prevenire qualsiasi mossa avversaria. È da ritenere che il nostro Domenico Nitti venne colpito a morte durante le ricognizioni; erano frequenti che le pattuglie venivano presi di mira da cecchini avversari.

Leonardo OROFINO di Casamassima (BA)

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