2a Guerra mondiale

LA VICENDA DELL’AVIERE SCELTO FRANCESCO GADALETA – Vitoronzo Pastore

Quotidiano di Bari – Mercoledì 15 dicembre 2023

La vicenda di un aviere scelto motorista della Regia Aeronautica che, nativo di Bari,  durante la guerra si meritò una medaglia di bronzo e una croce di merito

Francesco beffò i Tedeschi

“Gli spostamenti erano fatti di notte, quando non era possibile essere aiutati dai contadini, i quali ci agevolavano spesso e di buon grado portandoci sui loro carri, rifocillandoci con quel poco che avevano, ospitandoci nelle stalle.”

 ‘Oppressione – Dall’8 settembre 1943 alla Liberazione’ (SUMA Editore 2023) è una miniera di testimonianze. Dall’ennesimo, appassionato lavoro di Vitoronzo Pastore, stralciamo qualcosa dei ricordi di Francesco Gadaleta (Bari, 2 gennaio 1920 – Casamassima, 5 settembre 2001). Gadaleta fu aviere scelto motorista della 281^ Aerosiluranti, la celebre squadriglia comandata da Carlo Emanuele Buscaglia che utilizzava i Savoia Marchetti 79 (vedi immagine), un modello d’aereo che i Britannici chiamavano ‘il gobbo maledetto’ per il rigonfiamento dietro la cabina di pilotaggio destinato ad accoglier mitragliatrice e armiere. Dal 1941 al 1943 Gadaleta prese parte a numerose missioni di guerra. “Siamo stati abbattuti due volte! La prima volta  l’aereo, grazie all’abilità del pilota, riuscì a scivolare sull’acqua. Fu questione di pochi minuti, riuscii ad estrarre dalle lamiere il marconista seriamente ferito e ad aiutare il pilota a disincagliarsi per tempo dai rottami della cabina, per poi gettarci tra le onde su un battellino prima che l’aereo si inabissasse. La seconda volta fu più grave, sono stato quarantott’ore in mare prima di essere recuperato, aggrappato ad un relitto, tenendo per mano un collega ferito” (per questi gesti Gadaleta si meriterà una medaglia di bronzo e una croce al merito). Poi viene l’Armistizio, che coglie il Nostro in quel di Pisa: “Indossai abiti civili, con una bicicletta e con quel poco che avevo nello zaino, compresa una bussola e una carta geografica, mi diressi per Firenze, deciso ad arrivare a Bari… mi teneva compagnia un commilitone brindisino”. Comincia lo stremante cammino, che dura due settimane prima di raggiungere Manfredonia “prendendo vie secondarie per non essere intercettato dai Tedeschi. Gli spostamenti erano fatti di notte, quando non era possibile essere aiutati dai contadini, i quali ci agevolavano spesso e di buon grado portandoci sui loro carri, rifocillandoci con quel poco che avevano, ospitandoci nelle stalle.” Ma a Manfredonia ecco i Tedeschi : “Ci rastrellarono e, incolonnati, volevano chiuderci in un campo lì vicino per poi essere deportati. Mi misi a capo della colonna e dissi ai miei vicini di passare voce di stare attenti ai miei movimenti e di seguirmi. Una volta in marcia la colonna arrivò ad un incrocio, ci fermammo in attesa del comando del caporeparto tedesco per che parte svoltare. Arrivò l’ordine di svoltare a destra, io invece svoltai a sinistra e molti mi seguirono. Il parapiglia fu enorme, i Tedeschi erano confusi non sapendo chi riprendere. Molti di noi se la squagliarono”. La mattina dopo Francesco e alcuni compagni si imbarcano su un peschereccio che li conduce a Bisceglie. Di lì a Bari il viaggio è breve. “Poi riuscii a trovare impiego presso gli Alleati a stirare camicie per la truppa. Rientrai nell’Aeronautica scegliendo l’attività civile, di quella militare ne avevo abbastanza.” Francesco Gadaleta andò in pensione come archivista capo, dopo essere stato responsabile del magazzino ZAT, ora Terza Regione Aerea.

Italo Interesse

OPPRESSIONE – dall’8 settembre 1943 alla liberazione – Vitoronzo Pastore

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