2a Guerra mondiale

MARÒ LUIGI MEZZOGORI DISSE “NO” AL NAZIFASCISMO – Vitoronzo Pastore

DICHIARAZIONE di Capo Torp. di 2ª Luigi MEZZOGORI

classe 1889, matricola 47430

 Il giorno 8 settembre 1943 mi trovavo in licenza di convalescenza data dall’Ospedale R. Marina di Mirano, di giorni trenta per colecistite, proveniente con breve licenza dall’Isola di Creta destinazione La Canea. Pochi giorni, e subito dopo l’8 settembre, io sottoscritto venivo chiamato dal Comando Marina di Venezia, per il tramite dei RR.CC. di Comacchio per raggiungere la destinazione Marina di (illeggibile), ma per ben due volte mi rifiutavo dicendo che solo dopo terminata la licenza mi sarei recato all’Ospedale di Mirano non sentendomi perfettamente guarito.

Il giorno 4 ottobre 1943 mi sono presentato all’Ospedale di Mirano e sono uscito il 9 ottobre con 60 giorni di convalescenza e che al termine di detta licenza, avrei dovuto presentarmi a Marispedal di Venezia. In quel periodo di licenza mi recai a Marispedal di Venezia per chiedere chiarimenti a riguardo della mia posizione di stipendio e per una mutilazione alla seconda e terza falange al dito mignolo della mano sinistra, riportata a Iraclion (Creta), essendo stato lo Marispedal di Venezia incaricato da Marispedal di Taranto ad una visita di controllo al rientro in Italia (cioè in licenza), e poiché il Direttore mi rispondeva: Per mio consiglio direi di inscrivervi a questa marina repubblicana, solo così potremo fare le pratiche verso di voi del vostro avere, diversamente dovrete aspettare il Governo Badoglio. Uscito, non mi presentai da nessuna parte.

Dopo il 9 dicembre 1943, fine del periodo della convalescenza, ho ripreso la mia attività in qualità di navigante che ben presto cessava, venendo sospesa la navigazione civile marittima. Mi esercitai allora al piccolo traffico fino al 19 luglio 1944, primo bombardamento aereo della città che mi costrinse a sfollare nelle paludi di Comacchio per quattro mesi. Giunto poi il cattivo tempo invernale e non potendo più sopportare quella vita, sono tornato in città. A seguito di rastrellamenti e per non essere preso e portato chissà dove, per più volte mi sono nascosto, oppure costretto a lasciare la città per parecchi giorni.

Come mi ero mantenuto apolitico per tutto il mio passato, lo stesso lo sono stato in questi ultimi tempi, anche quando sono stato invitato all’iscrizione al partito repubblichino e pure tuttora non faccio parte di nessun partito. Non ho mai prestato servizio alla repubblica, né ai tedeschi e meno ad enti od associazioni aderenti, portando una vita molto economica e nella solitudine, sino al giorno del 21 aprile, giorno della liberazione di Comacchio.

MARÒ 2° CAPO FURIERE ADLER PALAZZI – Vitoronzo Pastore

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