I.M.I. Internati Militari Italiani

MARÒ VITTORIO TUCCI INTERNATO IN GERMANIA – Vitoronzo Pastore

Al Comando Marina – Centro Raccolta

Io sottoscritto Vittorio TUCCI, nato il 20 dicembre 1916 in Ancona da Giovanni e da Gina Micciarelli, sergente meccanico nella Regia Marina, dichiaro sotto la mia personale responsabilità quanto segue: alla data dell’8 settembre 1943, mi trovavo ricoverato all’ospedale M. M.  della R. M. di Mirano Veneto, con forte deperimento organico; dimesso da detto ospedale in data 14 ottobre 1943 con 20 giorni di licenza di convalescenza; il 16 ottobre partivo per la volta di Ancona, residenza della mia famiglia.

Il 17 novembre 1943 partivo da Ancona per sfuggire alle forze armate tedesche che bloccavano il personale per eseguire i lavori di riparazione alla linea ferroviaria interrotta da bombardamenti aerei. Mi recai a Venezia in casa della allora fidanzata (ora mia moglie), dove alloggiavo e prendevo i pasti. Il 24 novembre 1943, alle ore 21,00, mentre rincasavo insieme alla fidanzata, fummo fermati da una ronda tedesca accompagnata da un maresciallo italiano in qualità di interprete, in località Piazza San Marco e ci chiedevano i documenti. Il mio documento personale consisteva di una carta d’identità ancora in mio possesso con la fotografia da marinaio con professione sottufficiale R. M..

Presa visione del documento mi domandava perché non avevo risposto alla chiamata militare, gli risposi che mi ritenevo esonerato dato la mia anzianità di classe e che ero stufo di fare il soldato. Parlarono un poco tra loro e appena mi dissero di seguirli al vicino comando delle SS tedesche, aggiungendo alla donna di andare a casa e che io sarei stato trattenuto qualche momento per il controllo. Arrivato al controllo tedesco mi misero in una stanza adibita a una camera di sicurezza e lì stetti fino all’indomani alle ore 9,00 in cui venne un altro maresciallo tedesco accompagnato da quello italiano con una carta in mano scritta in tedesco e mi dissero che dovevo firmare: alla mie rimostranze di non firmare cose che io non sapevo, mi spiegò trattarsi di un documento per il mio rilascio. Ritirato il documento firmato uscirono lasciandomi solo di nuovo e dopo circa una mezz’ora mi vennero a prendere due guardie della milizia repubblicana e mi portarono al comando marina repubblicana. Lì trovai il comandante BURATTINI, il capitano di corvetta SAICELLI, il tenente di vascello CAPECCIONI e diversi altri ufficiali e sottufficiali i quali si felicitavano con me per l’adesione alla marina repubblicana, ma risposi loro che ciò non corrispondeva a verità, dato che io non mi ero mai sognato di arruolarmi, mi dissero che i tedeschi erano uguali agli italiani e che il documento che io avevo firmato al comando tedesco, altro non era che il mio arruolamento volontario. Protestai che era stato un inganno e mi risposero che i tedeschi usavano la fucilazione alla schiena per chi cercava di allontanarsi arbitrariamente.

Dal comando marina mi assegnarono al parco pompieri in arsenale a Venezia. Rimasi al parco antincendio fino all’ottobre 1944, data in cui fui arrestato in seguito per atto di sabotaggio commesso in collaborazione con i marinai Ubaldo MORABITO e Ciro  DE BLASIO: il 10 ottobre 1944 ci condannarono per atto di sabotaggio e furto in danno alle forze armate tedesche. Il 19 dicembre 1944 ci deportarono in Germania dove rimasi fino alla liberazione da parte delle truppe Russe ed il 10 settembre 1945 transitavo per il Brennero per rientrare in Italia.

Il ritardo nel presentarmi è dovuto alla mia malattia (ulcera duodenale) contratta durante la campagna Greca con la Regia Marina.

OPPRESSIONE – dall’8 settembre 1943 alla liberazione – Vitoronzo Pastore

 

 

To Top

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi