Caduti e Dispersi

Sergente Angelo PENDE di Casamassima – Vitoronzo Pastore

Il sergente Angelo PENDE

Nacque il 17 marzo 1894 a Casamassima, di Giuseppe, soldato del 17° Reggimento Fanteria, morto il 9 giugno 1915 sul Carso per ferite riportato in combattimento. L’estratto dell’atto di morte iscritto nel registro del 17° Reggimento Fanteria a pagina 18, n. 16 d’ordine, annota che il 9 giugno 1915 nel combattimento di S. Elia decedeva  il soldato Angelo Pende della 3ª compagnia in seguito a ferite d’arma da fuoco e sepolto a Colle Sant’Elia di Redipuglia, come da verbale di constatazione a firma del Comando di compagnia, dal soldato Angelo Crescenzi e da Giuseppe Gerosa.

Il capitano V. R. della 3ª compagnia del 17° reggimento così scrive alla signora Maria PENDE-MASOTTI, madre del valoroso sergente Pende, caduto da eroe sull’Isonzo. È la prova tangibile questa del modo come i nostri soldati vengano fatti segno da tutte le cure amorevoli dagli ufficiali:

Zona di guerre, luglio. Gentile e distinta signora, ho ricevuto la sua lettera e benché non a me diretta ho voluto risponderle io personalmente. Comprendo che le mie poche righe non faranno che riaprire nel suo gran cuore di mamma una dolorosa e terribile ferita, ma nel contempo mi auguro che su questa ferita, scenda benefica la mia modesta parola di conforto di un bravo ed eroico soldato. Suo figlio cadde colpito da proiettile di fucile nel combattimento del giorno… giugno appena che la mia compagnia di cui egli faceva parte, si mosse dall’appostamento ove si trovava per andare avanti. Altro non saprei dirle perché nessuno lo vide cadere e solo al giorno appresso fu rinvenuto sul campo a poca distanza donde si era mosso. Venne sepolto coi suoi compagni caduti colle esequie religiose fatto dal cappellano militare. Questo, egregia signora, è quanto duramente e dolorosamente posso raccontarle. La perdita di suo figlio mi addolorò moltissimo essendo un caro e bravo figliolo, pieno di amor proprio; i compagni stessi ne sentirono grande cordoglio essendo amato e benveduto da tutti. Nell’ora dolorosa che volge per tante madri, le sia, buona signora, di sollievo e di conforto il pensiero che suo figlio cadde per un alto e doveroso ideale, compiendo eroicamente e santamente il suo dovere di ottimo soldato. Le giunga pure la modesta parola di conforto di chi apprezzò sul suo ottimo figlio una madre che seppe così nobilmente educarlo. Ossequiandola distintamente, dev.mo Capitano V. R.

Da Casamassima la morte dell’All. Serg. PENDE

A questo sindaco fu annunciato dal Comando militare del reggimento a cui apparteneva, la morte dell’allievo sergente Angelo Pende fu Giuseppe, fratello del giudice avv. Nicola. La notizia divulgatasi in paese produsse un’eco dolorosa di sincero rimpianto per le comuni virtù dell’eroico giovine. Si arruolò volontario, e non ebbe altro miraggio che quello di bene meritare: i suoi superiori lo avevano definito, per le sue ottime qualità, “soldato modello”.Ora egli ha offerto in olocausto la sua giovine esistenza per la grandezza d’Italia, ed è caduto da prode combattendo là sulle riconquistate rive dell’Isonzo. Questo paese in altro tempo ricorderà le preclari virtù del giovine prode, e gli renderà quegli onori che agli eroi non si negano.

***

Ci comunicano la seguente bellissima lettera del sergente Pende, scritta al fratello qualche giorno prima della sua gloriosa fine:

Carissimo Pierino, Sin dal giorno 28 maggio mi trovo in territorio nemico, e con quel bel signorino di fronte e distante 200 metri circa. Ogni notte ci sono delle piccole scaramucce, e siamo costretti non poter andare avanti, per la piena del torrente che ci divide. Ieri sera alle cinque è cominciato il bombardamento delle posizioni nemiche, e potrai comprendere che bella musica! Erano 200 bocche circa a forse più cannoni, che gittavano confetti di tutte le specie e qualità e che durò fino alle 8 passate. Credevamo di passare la nottata tranquilla, ma verso le 11 avemmo la visita del nemico che fu servito con una terribile scarica di fucileria, la quale durò un paio d’ore. Stamattina son tornati, e tutt’ora, con qualche intervallo, si è costretti correre in trincea a preparare il caffè a questi mascalzoni. Forse questa notte e domani faremo un’avanzata generale, e così , fra pochi giorni, poter arrivare a Trieste tanto bramata. Io, grazie a Dio, sto benissimo, e quantunque si faccia una vita faticosa, pur mi sento sempre vigoroso.

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Quattro giorni dopo, questo soldato trovava la morte sul Colle San’Elia, a poche miglia da Monfalcone. Il cappellano del reggimento ha scritto di lui che “era modello della compagnia, e che morì colpito in pieno petto e mentre le palle fischiavano intorno al suo corpo esanime rispettandolo per avventura, ebbe tempo appena d’invocare il nome della mamma.

CASAMASSIMA NELLA GRANDE GUERRA – Vitoronzo Pastore

 

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