PRIGIONIERI DEL CORNO D’AFRICA
l libro è in formato 17×24 e composto di 296 pagine e come mia consuetudine primeggia sullo sfondo della copertina il Tricolore, in ONORE a quanti diedero la vita per la Libertà.
Nel presentare questo volume ai miei lettori non ho la presunzione di voler fare la storia delle lunghe e sanguinose guerre d’Africa, sarebbe compito non lieve e c’è chi lo ha fatto prima di me. Il mio scopo è quello di raccogliere nel breve spazio del volume, i più fulgidi atti di eroismo compiuti dai nostri militari in quella lunga campagna. Ho dato la preferenza a quelle narrazioni tracciate da chi poteva scrivere con piena cognizione, dagli stessi che presero parte ai combattimenti. Sono narrazioni brevi, buttate giù alla buona, sotto la tenda del campo o sul letto dell’ospedale, senza pretese, così, come si scrive alla propria famiglia o ad un vecchio amico, ma appunto per questo più efficaci e più pittoresche. Non ad uno stile manierato, convenzionale, ma ad uno stile laconico, proprio del soldato, sono improntate le diverse narrazioni. Di una brevità tutta spartana, quantunque in qualche periodo non sia priva di un certo umorismo, è la lettera del capitano d’artiglieria MICHELINI, solo superstite, tra gli ufficiali, della ecatombe di Dogali, indirizzata ad un suo collega.
Le narrazioni che più attireranno l’attenzione sono quelle del capitano medico Nicola D’AMATO che prese parte attiva alla guerra, e fu prigioniero per parecchi mesi nel territorio della Scioa. La corrispondenza di Ezio FRIZZERA, di Donato MININNI, di Franco COVA, dalla camicia nera capomanipolo Gianni CAVALLO, la storia viene descritta da Loro e da tanti altri e di tante altre corrispondenze. Le testimonianze del soldato Filippo ALBERGA, del sottotenente pilota Vincenzo D’ADDETTA e dal maresciallo Vitantonio SORINO.
Le schede di cattura e le schede informative: furono l’inizio della lunga permanenza e sofferenza nei campi di prigionia dei Paesi del Commonwealth; vi sono riportate tantissime trascrizioni di militari di ogni ordine e grado che vissero nei campi di prigionia del Centro Africa Inglesi. Le immagini inserite, molte inedite, raccontano la storia di quei drammatici anni di occupazione del Corno d’Africa; decine e decine di migliaia di italiani non tornarono più.
