I.M.I. Internati Militari Italiani

100 ANNI DI SAVINO ROGGIO – INTERNATO MILITARE DI BARLETTA – Vitoronzo Pastore

Savino ROGGIO – Internato  Militare di Barletta

Centenario con sorpresa: dopo 79 gli riconsegnano una lettera scritta al padre Michele

La missiva è stata ritrovata da Vitoronzo Pastore di Casamassima

Barletta festeggia un altro centenario: a spegnere le 100 candeline, questa volta, è Savino Roggio, ex internato durante la II guerra Mondiale ed ex dirigente della squadra  “A.S. Barletta Calcio” nel biennio 1981-1982.

La storia dell’anziano signore parte da via S. Antonio Abate nel lontano 2 maggio del 1922, quando la signora Leone dà alla luce il terzo dei suoi sei figli. L’infanzia e la gioventù del Signor Savino scorrono spensierate, fino allo scoppio della guerra nel 1939: 3 anni dopo, ventenne, viene arruolato nel 33° Reggimento Fanteria del 2° Reggimento Carristi di Parma, dove il barlettano guida i carri armati. Dopo un anno, in seguito alla firma dell’armistizio, gli ormai ex alleati nazisti lo catturano e lo conducono in un campo di prigionia in Germania, dove viene impiegato come lavoratore in una fabbrica di munizioni.

 È in questo campo di prigionia che Savino trascorre quasi due anni, fin quando, il 31 gennaio del 1945, il campo venne liberato. Le peripezie del giovane barlettano non sono ancora finite: prima di tornare in Italia, nel 1946, è trattenuto dagli alleati.

Non appena fatto ritorno al paese di orgine, il giovane Savino torna a lavorare come calzolaio nella sua Barletta. Un mestiere, questo, che il padre gli ha insegnato a partire dai suoi 8 anni. Il suo impegno e la sua determinazione gli permettono di trasformare la bottega di scarpe su misura di via Venezia nel calzaturificio “Samigir” nella zona industriale di Barletta. Dalle sue nozze con Grazia Dicorato nascono 5 figli: Michele, Giuseppe, Sabina, Angela e Concetta. Dopo gli orrori vissuti in guerra, Savino Roggio conduce una vita serena, continuando con la sua attività fino al pensionamento.

In occasione del suo compleanno, Savino è stato festeggiato dalla sua numerosa famiglia e dal presidente ANMIG/ANCR sezione Barletta, Signor Ruggiero Graziano, che gli ha riservato due sorprese.

“Attraverso degli amici collezionisti – ha spiegato Graziano – ho conosciuto  Vitoronzo Pastore di Casamassima. Lui ha scritto diversi libri sugli IMI (Internati Militari Italiani). Tra le corrispondenze degli I.M.I. di Barletta, vedi link: https://www.pastorevito.it/i-m-i-internati-militari-di-barletta-vitoronzo-pastore/, si trova una che Savino aveva inoltrato al proprio padre nel novembre del 1943: un biglietto per prigionieri di guerra contenente alcune indicazioni utili su come consegnare eventuali pacchi contenenti alimenti o vestiari. In attesa di un incontro ufficiale con Vitoronzo Pastore, che gli restituirà la missiva originale per il suo compleanno,  gli è stata recapitata una copia. Inoltre, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Barletta, che ha ricostruito l’incredibile storia del centenario, a Savino Roggio sarà consegnata la Croce al Merito di Guerra a lui conferita nel 1960 e mai ricevuta.

Articolo tratto da: https://www.barlettalive.it/news/attualita/1105523/savino-roggio-100-anni-con-sorpresa-dopo-80-gli-riconsegnano-una-lettera-scritta-al-padre

Biglietto con allegato modulistica per la spedizione di un pacco per lo Stalag III C dislocato a Alt Drewitz bei Küstrin, ora Drzewice bei Kostrzyn (Polonia),  matricola 44358, campo di lavoro 5105 inoltrato il 26.11.43 da Savino ROGGIO, per Barletta

Savino ROGGIO

La settimana successiva fu per me un pregio e una grande emozione aver donato a ‘papà’ Savino il suo biglietto scritto 79 anni fa. Era il novembre del 1943, due mesi dopo l’armistizio dell’8 settembre, disse NO al nazifascismo e tale fu il suo NO fino alla fine della terribile detenzione all’interno del filo spinato, dove subì, senza cambiamenti di sorte, i più infami trattamenti che i Tedeschi serbarono agli Italiani, solo secondi dopo i Russi nella loro micidiale classifica di applicazioni di tecniche e procedimenti per far soffrire i nemici badogliani. Secondo il mio parere, oltre 70.000 non tornarono più. Uccisi per futili motivi, per fame, per freddo e per malattie. Subirono dai teutonici tedeschi le più atroci sevizie e torture psicologiche. Risarcimenti? Nessuno!

Savino Roggio riceve dall’ex caporale carrista d’Italia, Genesio Piccolo, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia, un messaggio da parte del Generale Sabato Errico, Presidente Nazionale dell’Associazione: Esprimo la mia affettuosa vicinanza considerando che anche mio padre classe 1922 partecipò alla seconda guerra mondiale e fu prigioniero dei tedeschi in Germania. Esprimo la mia ammirazione per quanto ha fatto in quel periodo quale carrista del 33° Reggimento Fanteria Carristi. In occasione della sua fausta ricorrenza, a nome personale e di tutti i Carristi d’Italia, porgiamo i nostri affettuosi auguri.

 

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