I.M.I. Internati Militari Italiani

I.M.I. INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG 366 – Vitoronzo Pastore

Stammlager 366

Lo Stalag 366 venne istituito a Siedlce (Polonia). Iniziò la sua attività nell’ottobre del 1941; in esso vennero ammassate decine di migliaia di prigionieri russi impegnati in vari tipi di lavoro: abbattere gli alberi, scaricare carbone, costruire strade e altro. I prigionieri vivevano in condizioni terribili, a cielo aperto o in rifugi primitivi; vennero decimati dalla fame, dal freddo e dalle epidemie. I soldati morti furono sepolti nudi nelle trincee scavate da loro stessi. Nel bosco vicino allo Stalag venne circoscritta dal solito filo spinato un’area per ufficiali. Dal 1942 ospitò Polacchi e Francesi, dal settembre 1943 gli Italiani.

Oltre 25.000 prigionieri sovietici furono sepolti presso il vicino Cimitero, ma anche Polacchi e Italiani; parecchi furono sepolti nel Cimitero  presso il  villaggio di Sosna-Kozółki.

Lo Stalag venne chiuso nel luglio 1944

Attualmente, vicino a Siedlce è presente il Cimitero che commemora 25.000 prigionieri di guerra sovietici e 2000 prigionieri di guerra francesi e italiani, morti nello Stalag 366.

Manoscritta il 31.10.43 dal capitano PIASENTIN, era inquadrato nel 36° Battaglione Mortai, inoltrata il 3.11.43 per Treviso

Manoscritta il 31.10.43 dal tenente Silvio MASAROTTO, era inquadrato nel 383° Reggimento Fanteria 2° Battaglione, inoltrata il 3.11.43 per Treviso

Cartolina di risposta per lo Stalag 366, inoltrata il 7.2.44 dall’Ufficio postale di Treviso per il tenente alpino Gianni CHIAVACEI, matricola 78773

Caro Gianni mio, ho ricevuto la tua del 13 e ti ho spedito subito il pacco. Ti scrivo sempre e mi meraviglio che non ricevi le nostre notizie. Stiamo tutti bene, facciamo sempre la stessa vita, troviamo di tutto. Unico nostro pensiero sei tu. Speriamo nel tuo ritorno e preghiamo che tutto finisca presto. Mandami più biglietti per pacchi e non darti pensiero per noi. Ho metà del tuo stipendio più 700 lire di affitto della nostra casa al mese. Coraggio, fede e speranza, ti bacio assieme ai nonni e tutti, tua Elsa.

Biglietto manoscritto il 23.2.44 dal capitano Ivo FURLAN, matricola 78772 inoltrato il 3.4.44 per Treviso

Mia cara Wanda, volevo attendere la tua risposta prima di spedirti la presente, ma ho tanta voglia di non farti mancare mie frequenti notizie. Che almeno tu possa ricevere il beneficio di qualche notizia, ciò che finora è negato a me. L’ultima tua lettera è del 3 settembre. Gianni ha ricevuto oggi la grande gioia di due cartoline della signora, in appena 14 giorni. Io spero sempre, ma temo in una nostra partenza anche da qui, ciò mi lascia senza posta per chissà quanto tempo. Oggi ho spedito un altro modulo per il pacco, molti ricevono pacchi dalla Croce Rossa Italiana, ti raccomando quello che puoi, specie pane e grassi, perché qui si mangia poco. Ora qui circolano tante voci, fra cui quelle del nostro ritorno in Italia, ma io non voglio illudermi. Per fortuna la mia salute è buona, il freddo va scemando e, tranne i viveri, non ho bisogno altro, o per meglio dire avrei bisogno di avere voi vicino, a rendere meno triste questa vita noiosa, esasperante, umiliante, in cui si perde ogni carattere d’uomo e si impara solo a odiare. Scrivimi cosa ti pagano per mio conto. Pensa, Wanda mia, sei mesi senza sapere nulla di voi, deportato in questo estremo angolo d’Europa, dal quale ora per fortuna stiamo per partire. Oggi ho fatto radunare i Trevigiani, siamo 18. Un grande nostro desiderio è quello di tornare per non pensare più alla fame. Bacioni tanti a tutti. Ti abbraccio forte forte. Il 26 febbraio il Gianni riceve altre lettere, per fortuna con notizie vostre. Sono più tranquillo, ma attendo sempre con ansia. Non scrivermi qui, attendi il nuovo indirizzo. Nicola D. G. sta bene. Baci, Ivo.

Manoscritta il 13.11.43 da Ettore RECALCHI, per Roma

Carolina cara, finalmente posso darti mie nuove, sono in buona salute. Mandami notizie tue e dei nostri figli. Sono in pensiero per il vostro sostentamento, eventualmente rivolgiti al Distretto Militare. Baci senza fine a te e ai nostri gioielli, Ettore tuo.

Stammlager l’incubo della memoria – Vitoronzo Pastore

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